
Prigione (9 di picche)
E’ considerata una delle carte peggiori del mazzo.
Un uomo incatenato, rinchiuso in un luogo isolato, dall’aspetto abbattuto e pieno di preoccupazioni, è indice di situazioni ambigue che possono far cadere il consultante in un momento critico, a prezzo di duri sacrifici con cui dovrà convivere.
Si deve notare nella carta la presenza di un vaso che esprime lo stato spirituale di infelicità, insuccesso e la non realizzazione personale.
La carta è la sintesi dell’abbandono della vita quotidiana, dei propri ritmi, al fine di ritirarsi in un posto solitario.
Ansia, infelicità, angoscia, preoccupazione, litigi e vendette, dispute familiari e lavorative per le più svariate motivazioni.
Separazioni o rotture definitive per il sopraggiungere di processi.
Aborto, gravidanza interrotta o indesiderata, tutto fa parte dell’impatto nefasto di questa carta carica di calamità. La figura può personificarsi in un eremita.